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Latina, dalle colazioni solidali alla rete territoriale: l’esperienza di Diaphorà

Autore: Teresa Faticoni
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Pubblichiamo gli articoli di studenti e studentesse nell’ambito delle prove al modulo sull’Economia sociale del Master Sociocom  in Comunicazione dell’Università di Roma Tor Vergata: qui l’articolo di  Teresa Faticoni

 

Cappuccino, caffè, spremuta di arancia, dolcetto alla nutella, crostata di crema e visciole. Ogni sabato si cambia, a seconda dell’estro dei cuochi pasticceri del venerdì pomeriggio.

Alla Diaphorà, in Via Ada Wilbraham Caetani, 235 a Latina a pochissimi metri dall’entrata dello splendido Borgo di Fogliano nel Parco nazionale del Circeo, il sabato mattina si fanno le colazioni solidali. Sotto l’albero di quercia tira sempre un venticello fresco, anche quando l’afa di questi posti che un tempo erano palude leva il fiato per quanto pesta.

I ragazzi iscritti quest’anno sono 72, e frequentano i 16 laboratori organizzati con il supporto degli oltre 50 volontari (“Vengono qui per aiutare gli altri, e dopo due mesi ci dicono: ma io sto solo prendendo!”, ci dice Bruno Mucci, fino a pochi giorni fa presidente dell’associazione).

Se qualcuno ha qualche guaio con la legge può scegliere di effettuare qui i lavori di pubblica utilità – se in attesa del processo – o la conversione della pena nel caso di una condanna mite : “l’esperienza più intensa di tutte” racconta Mucci. Finora una dozzina di persone ha scelto questa strada fatta di emozioni e superamento di ogni pregiudizio, da una parte e dall’altra.

Diaphorà è nata nel 2002, quando alcune famiglie con il desiderio di migliorare la qualità della vita dei propri figli disabili si associarono in una realtà che in venti anni ha creato una rete non solo per i ragazzi, ma è diventata punto di riferimento per molti.

“Il nostro obiettivo primario – spiegano i responsabili – è quello di promuovere l’integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità attraverso laboratori formativi e offrire momenti di incontro e sostegno reciproco alle famiglie, favorendo la partecipazione alla vita di gruppo, il benessere psicofisico, la prevenzione alla solitudine e all’isolamento grazie al prezioso contributo di tanti volontari”.

Insomma senza mezzi termini, nessuno pensa al povero disabile bisognoso, ma tutti sono convolti nei progetti e nei laboratori: lo spettacolo messo in piedi al Teatro D’Annunzio di Latina, scritto e interpretato da due gemelli che vivono sotto lo spettro dell’autismo, è andato sold out in pochissimi giorni.

Come si mantiene in piedi una realtà così complessa? Il bilancio parla chiaro: due anni fa 550 persone hanno destinato alla Diaphorà il 5xmille nella dichiarazione dei redditi, e grazie a questo strumento sono arrivati nelle casse dell’associazione 18mila euro.

Poi ci sono le donazioni, che rappresentano non solo un modo di fare rete, ma anche di testare la brand reputation di questa associazione.

L’azienda Francia Latticini dona alla Diaphorà i premi non ritirati dei concorsi per i consumatori: all’inizio fu un forno, poi un crescendo. Quest’anno i ragazzi di Casa Diaphorà (progetto per l’autonomia ) fanno la spesa con i 18 buoni da 50 euro. Per autofinanziamento e per abbellire la sede di Fogliano, l’azienda Lazzeri, che esporta in tutto il mondo, ha donato piantine.

Una volta che qualche improvvido commise un furto nella sede, tutto il materiale portato via (un forno, una stampante e altre cose) fu donato dalle altre associazioni del territorio.

Con il lascito testamentario di Piermario De Dominicis, famoso libraio della città, sono stati comprati i mobili di casa Diaphorà: in Via Don Torello i ragazzi sperimentano l’autonomia grazie a una rete territoriale che coinvolge la comunità del quartiere.