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Udine, il progetto “Sirio” richiamato al Var: una giornata allo stadio

Autore: Cooperativa sociale Itaca
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Ma facciamo un passo indietro nel tempo. È il 2022; Raffale, sanguigno fagagnese con il pallino del travel planner, la spara grossa: “Vi porto tutti allo stadio!”. Sembra una boutade come altre, ma gli educatori ci credono: così, di tanto in tanto, gli ricordano quel proposito per evitare che le sue restino parole al vento. Si passa così da un campionato all’altro: se ne va la Serie A 2022/2023 e anche la stagione 2023/2024, tra le sofferenze dei tifosi bianconeri friulani, se ne sta lentamente per finire (l’articolo è stato scritto prima della conclusione del campionato, ndr).

Ma forse proprio l’esito finale ancora incerto per l’Udinese spinge Raffaele all’azione: se non siamo allora o mai più, poco ci manca vista la traballante classifica.

È il 10 maggio, un soleggiato venerdì primaverile, quando il nostro fantasista classe ’68 mostra agli educatori una mail sul suo smartphone. La scrive il signor Alberto, dell’ufficio marketing dell’Udinese Calcio, invitando tutto il gruppo a visitare lo stadio e vedere la partita in occasione di Udinese – Empoli, sfida di cartello della 37ª giornata di Serie A. Con una vittoria le zebrette conserverebbero la massima categoria per il 30° anno di fila; con una sconfitta la situazione potrebbe farsi disperata.

Eccoci, quindi, al gran giorno: è il 19 maggio 2024, alle 12.00 c’è l’appuntamento al cancello principale dello Stadio Friuli (siamo tradizionalisti, Bluenergy Stadium non ci piace troppo) per la visita guidata nella “pancia” dello stadio, in cui ci accompagna la signorina Piera. È così che passiamo attraverso l’area dell’hospitality e poi fuori nella tribuna d’onore, da cui scendiamo verso il terreno di gioco per accomodarci in panchina (anche se chiamare “panchina” delle comodissime poltrone sembra fuori luogo) e calcare il verde prato ma… “HEY!!”, è il perentorio richiamo del giardiniere inglese non appena mezzo piede calpesta l’erba di bordocampo. Perfida Albione. Passiamo accanto alla postazione VAR, dove l’arbitro può eventualmente rivedere gli episodi dubbi: non possiamo immaginare quanto sarà determinante nelle ore successive.

Entriamo, quindi, passando in mezzo alle gigantografie dei campioni bianconeri del passato, negli spogliatoi. Li vediamo solo da fuori dato l’imminente arrivo delle squadre: riusciamo appena a sbirciare all’interno di quello dell’Empoli, vedendo come i magazzinieri hanno preparato i posti per ogni singolo calciatore, con la divisa di gioco ben appesa, le scarpe, asciugamani, ciabatte e bibita energetica. Uno sguardo veloce alla grande palestra attrezzata di tutto punto per arrivare nella zona delle conferenze stampa con il suo grande tavolo, poi al tunnel delle interviste e alla postazione riservata per Udinese TV. Immancabili le foto di rito, dove davanti ai fondali ricolmi di sponsor ci sono i volti di Raffale, Enrico, Ljuba, Alessandro, Qamar…. al posto dei calciatori bianconeri.

In breve, siamo infine fuori dallo stadio per mangiare un panino ai chioschi mobili. Proprio mentre mangiamo, arriva il pullman dell’Udinese. I tifosi lo accolgono calorosamente tra canti, fumogeni e bandiere al vento: è una grande festa, ed il mezzo si ferma lì alcuni minuti per far sentire alla squadra la vicinanza dei propri sostenitori.

Terminato il veloce pranzo, ci presentiamo all’ingresso della tribuna centrale sud, dove ci sono stati assegnati i posti. Una steward molto gentile ci prende in simpatia e ci evita controlli e perquisizioni, accompagnandoci direttamente ai tornelli. Siamo così di nuovo dentro lo stadio, questa volta già pieno e rumoroso. Entrano nel settore ospiti i supporters toscani ed in breve anche lo spicchio della curva sud a loro riservato si riempie di cori e striscioni. Ineluttabili gli sfottò tra le due tifoserie opposte, che si intuisce subito non godano di particolare stima reciproca.

All’ingresso in campo per il riscaldamento dell’Udinese ecco il primo vero boato del pubblico, che sovrasta la musica di sottofondo al prepartita. Il tempo scorre veloce e non ci vuole molto per arrivare al fischio d’inizio. La visuale del “Friuli” è ottima e sembra quasi di essere in campo. La partita però vive di pochi sussulti e scarse occasioni, conseguenza forse della paura di perdere da parte di entrambe le squadre. Dagli sviluppi di un calcio d’angolo, gol dell’Empoli. Tifosi ospiti in estasi, il resto dello stadio ammutolito. Ma interviene il VAR, l’arbitro rivede l’azione e annulla la rete. Stadio in estasi, tifosi ospiti ammutoliti.

Al termine del primo tempo, la tensione è palpabile; dopo i canonici 15 minuti di pausa, riprende il match. La partita però non decolla, anzi: calcisticamente è un’agonia per i tifosi. Ancora pochissime le occasioni, di cui una clamorosa a favore dell’Udinese con Davis che, da due passi, manca il bersaglio con un comodo colpo di testa. Si percepisce che l’episodio rischia di costare caro: infatti poco dopo, al minuto 88, Samardzic interviene ingenuamente in area su un attaccante empolese. Calcio di rigore, che Niang trasforma quando scocca il 90’.

Tutto sembra perduto. I giocatori in azzurro festeggiano, quelli bianconeri hanno almeno il merito di non rassegnarsi. Servono alcuni minuti a riprendere il gioco per il tempo di recupero, interrotto altre due volte per crampi del capitano dell’Empoli e le proteste per una punizione assegnata all’Udinese. Si arriva quindi al minuto numero 97, quando su un calcio d’angolo c’è una mischia in area empolese. Il portiere toscano fa suo il pallone e la partita finisce, ma ci sono vibranti proteste da parte dei giocatori dell’Udinese, accompagnate dal fragore della curva nord. Dalla nostra posizione vediamo poco, ma intuiamo che qualcosa di grosso deve essere accaduto. Si forma subito un capannello di giocatori intorno al direttore di gara, entrano in campo i componenti delle panchine. L’arbitro sventola due cartellini rossi, e si capisce che sta parlando con la sala VAR. Passano alcuni concitati minuti, poi arriva la decisione: si va a rivedere l’azione alla moviola, che mostra inequivocabile un fallo da rigore per l’Udinese.

Tocca a Samardzic battere l’estrema punizione: per nostra fortuna non fallisce e riscatta l’errore di poco prima. 1 a 1 il risultato finale, che mantiene inalterata la classifica in attesa dell’ultima partita di stagione. Lo stadio esplode: da una parte la gioia friulana e dall’altra, a poca distanza, la delusione toscana.

Usciamo dallo stadio felici per l’esperienza e per lo scampato pericolo, portando a casa due insegnamenti. Il primo: mai arrendersi, anche quando sembra non esserci più spazio per la speranza. Del resto, anche noi avevamo perso la speranza di venire allo stadio per una partita di Serie A: invece Raffaele…

Il secondo: pure in Servizio a volte farebbe comodo il VAR!