Stimolare il pensiero critico nelle giovani generazioni promuovendo il dialogo sincero attraverso le domande, è il fil rouge del congresso “Per una pedagogia della domanda” previsto il prossimo 18 maggio dalle 8.30 alle 19.30 al Kulturni Dom di Gorizia, che trova le sue basi nel metodo maieutico della tradizione socratica. Destinato ad insegnanti, educatori, formatori e genitori interessati alle alternative per lo sviluppo del pensiero critico all’interno delle realtà parentali o degli istituti statali, l’evento accoglierà un numero massimo di 100 partecipanti, proponendo relazioni tematiche, un simposio, e quattro laboratori a carattere pratico, suddivisi in quattro sezioni: Testo e Contesto; Dialogo e Pensiero; Domanda e Conoscenza; Trasmettere o Comunicare.
L’evento è promosso dal Centro di Formazione e Ricerca in Pedagogia Avanzata di Brazzacco e vedrà la partecipazione di IppocrateOrg, della neocreata FEIP (Federazione dell’Educazione e Istruzione Parentale) e dell’aps friulana Vivibensipo. La giornata di lavoro porrà al centro le idee pedagogiche più che mai attuali di due personalità del secolo scorso, Paulo Freire e Danilo Dolci, entrambi sostenitori della necessità fondamentale di una scuola capace di diffondere il pensiero critico tramite il dialogo sincero attraverso le domande. Fra i relatori ci sarà Francesco Cappello, grande collaboratore e amico di Danilo Dolci.
Secondo l’OCSE (2019, 2020) la scuola statale italiana da anni fatica ad offrire strumenti formativi in grado di contrastare la massificazione degli individui e contribuire alla costruzione di una reale cittadinanza. In base alle prove PISA è stato accertato che un quindicenne italiano su 5 non è in grado di leggere un testo a voce alta. Alle prese con una pagina di giornale o un testo scolastico la lettura è incerta, eccessivamente lenta o troppo veloce. A livello di comprensione del testo la percentuale di studenti che si trova in difficoltà arriva al 70% negli istituti professionali e al 42% negli istituti tecnici.
In base ai dati della Commissione Europea (EACEA/Eurydice, 2022), ai tassi elevati di abbandono precoce dell’istruzione scolastica (14,5%) si affiancano alte percentuali di alunni quindicenni con scarse competenze di base in Matematica (23,8%) e in Scienze (25,9%
La chiave di tutte le scienze è il punto di domanda, ci insegna Honoré del Balzac nel racconto La pelle di Zigrino, e rappresenta un archetipo anche per la filosofia. Da qui l’idea della necessità di una scuola della domanda, che coinvolga attivamente e proattivamente bambini e ragazzi rendendoli protagonisti consapevoli del loro apprendimento. Il goal non deve essere soltanto l’acquisizione di nuove conoscenze, bensì lo sviluppo di competenze e abilità trasversali, cognitive, sociali e interpersonali, come anche di processi cognitivi di ordine superiore, analizzare, valutare, creare. In questa prospettiva, insegnante e studente devono entrambi imparare l’arte di domandare per costruire insieme percorsi di conoscenza.
Stimolare nei giovani la curiosità, educandoli al dubbio, sottende il senso ultimo del congresso “Per una pedagogia della domanda”, come anche abituarsi alla coesistenza tra pensieri e teorie diverse, esercitarsi a sottoporre a verifica idee e ipotesi, praticare la cooperazione nelle indagini.
Info e iscrizioni: congresso@vivibensipo.it.