Sono quasi un terzo i lavoratori italiani oggi insoddisfatti della propria situazione lavorativa. Il vissuto è peggiore tra chi guadagna meno, le donne, i giovani e i lavoratori autonomi. Lo rileva il Radar di Swg di questa settimana.
Nell’ambito del lavoro subordinato la soddisfazione riguarda in particolare la relazione con i colleghi, la sicurezza del posto e l’equilibrio vita-lavoro. I dipendenti pubblici risultano trasversalmente più soddisfatti.
“Ciò che accomuna molti occupati è invece l’insoddisfazione per le scarse prospettive di carriera, l’assenza di merito e i livelli retributivi. Ecco allora che anche in Italia, oltre un terzo dei lavoratori potrebbe cercare un altro lavoro nel giro di un anno. Siamo sotto la media globale del 41% registrato da una recente indagine Microsoft, ma si tratta comunque di un bacino vastissimo e popolato soprattutto da giovani, donne, persone senza figli e dirigenti – dimensioni che, potrebbe stupire, pesano di più rispetto al fatto di avere o meno un posto fisso. I livelli retributivi, per molti un tasto dolente, secondo i lavoratori italiani dovrebbero essere legati a produttività e competenza della persona, prima ancora che all’anzianità o alle ore lavorate. Anzi, l’84% sarebbe favorevole alla libera gestione dell’orario di lavoro e 6 persone su 10 rinuncerebbero al 5-10% dello stipendio per una settimana di 4 giorni lavorativi”, è scritto nella rilevazione di Swg.
Dal lavoro alle imprese la responsabilità sociale è diventata negli anni un fattore sempre più rilevante per le imprese anche perché la consapevolezza e l’attenzione degli stessi consumatori su questo tema si sono ampliate in misura significativa.
“L’eticità e l’impegno sociale dei produttori è dunque sempre più sotto la lente di ingrandimento dei cittadini, i quali inoltre tendono a dubitare in maniera via via più marcata del carattere disinteressato dei comportamenti socialmente responsabili delle aziende. In questo ambito i consumatori esigono soprattutto che l’attività delle imprese sia sostenibile dal punto di vista ambientale e rispettosa nei confronti delle persone. Per quanto riguarda nello specifico il settore bancario e assicurativo, sono elevate anche le aspettative in termini di investimenti sul territorio. In particolare, emerge in maniera evidente un diffuso scetticismo verso la dimensione etica di questo comparto. Le perplessità riguardano soprattutto l’inclinazione alla solidarietà di banche e assicurazioni, ma anche proprio i due ambiti ritenuti più importanti per la CSR, ovvero la salvaguardia dell’ambiente e l’attenzione alle persone”, ha concluso Swg.