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Milano: da marzo avviato il restauro del borgo medioevale di Monluè

Autore: Valentina Coen
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Pubblichiamo gli articoli di studenti e studentesse nell’ambito delle prove al modulo sull’Economia sociale del Master Sociocom  in Comunicazione dell’Università di Roma Tor Vergata: qui l’articolo di Valentina Coen

 

Belle e buone notizie per la Comunità dell’area milanese: è entrato finalmente  nella fase operativa il cantiere di restauro strutturale del borgo medievale di Monluè, alle porte della città.

Si tratta di un ambizioso progetto volto all’integrazione di persone che vivono in una condizione di fragilità: nei 3700 mq a disposizione, troverà sede un centro che si ispira ad un modello di solidarietà diffusa e che mira alla realizzazione di un ambizioso progetto sociale, mattone dopo mattone, negli 8 corpi di prossima ristrutturazione.

L’area che nel Medioevo aveva ospitato un’abbazia e il borgo ad essa circostante,  è stata concessa dal Comune di Milano all’Impresa Sociale Cascina Monluè con l’intento di operarvi una rinascita connotata da un forte impegno sociale. Il progetto “La corte del bene comune”, dopo anni di progettazione e di studio, è stato finalmente presentato alla città, sono state effettuate le  operazioni preliminari di pulizia e bonifica, messa in sicurezza e allestimento del cantiere e, dall’inizio di marzo, i lavori sono finalmente entrati nel vivo dell’intervento.

La filosofia che guiderà l’intervento è quella di un restauro conservativo del borgo medievale, in un’ottica di attenta sostenibilità ambientale.

E’ un progetto sociale ambizioso quello promosso dall’Impresa Sociale Cascina Monluè: realizzare un contesto urbano inclusivo promotore di comunità e libero da ogni forma di discriminazione, dove tutti i cittadini, anche i più fragili, possano trovare delle opportunità di vita comunitaria e di lavoro. Un posto dove vivere e lavorare ma anche partecipare a momenti di cultura e aggregazione comunitaria, in un clima pienamente inclusivo e partecipativo.

Il progetto “Cascina Monluè – La corte del bene comune” riporterà il borgo ad una nuova vita, dopo anni di abbandono: sarà  proposto un modello imprenditoriale innovativo, teso a  conciliare l’attenzione verso i fragili e gli emarginati dando loro l’opportunità di essere ospitati e di lavorare. Partendo dalla ristrutturazione della cascina, si restituirà al territorio e alla cittadinanza un luogo di grande valore storico, aprendolo all’accoglienza, alla condivisione e alla partecipazione inclusiva.

La durata dei lavori complessiva è preventivata in 30 mesi per un investimento totale di circa 7 milioni di euro.

Le linee di azione dell’intervento sono varie e prevedono: l’offerta di occasioni di lavoro a soggetti svantaggiati, un sostegno abitativo per persone fragili, la creazione di una foresteria che rappresenti un’occasione di turismo accessibile e sostenibile, la promozione di un luogo culturale e di crescita sia morale che spirituale con attività aggregative e a contatto con la natura.

Al progetto dell’Impresa Sociale Cascina Monluè partecipano: il CONSORZIO FARSI PROSSIMO, costituito da undici cooperative sociali che operano sul territorio milanese negli ambiti della salute mentale, dell’immigrazione, dell’intercultura, dei servizi per anziani, del disagio minorile e dell’emarginazione sociale; l’ ASSOCIAZIONE LA NOSTRA COMUNITÀ, attenta alla promozione del benessere personale attraverso percorsi formativi inclusivi; la COOPERATIVA SOCIALE LO SPECCHIO che  opera per favorire l’inserimento al lavoro di giovani con disabilità psichica; la COOPERATIVA SOCIALE SPAZIO APERTO SERVIZI che fornisce servizi educativi e di accoglienza abitativa; la COOPERATIVA SOCIALE DOLFIN che si occupa di comunità familiari per minori nella fascia 0-11 anni.

Altri partner del progetto sono l’Impresa florovivaistica Emilio Delledonne, la Parrocchia di San Lorenzo in Monluè, l’Associazione La Grangia di Monluè e una rete di famiglie solidali.

Il beneficio sociale sarà sostanzialmente duplice: l’offerta di un modello di residenzialità inclusivo rivolto a soggetti svantaggiati che eviteranno così l’isolamento sociale e la possibilità di occasioni di condivisione e occupazione per persone fragili che avranno modo di integrarsi nella comunità.

Dunque, uno spazio inclusivo di incontro, ma anche di svago, cultura, lavoro ed emancipazione: un progetto sociale ad ampio respiro, in grado di restituire grandezza ad un territorio abbandonato.