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Nel quartiere Torre Angela di Roma il Parco Calimera è a rischio

Autore: Kingsley Oparah
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Pubblichiamo gli articoli di studenti e studentesse nell’ambito delle prove al modulo sull’Economia sociale del Master Sociocom  in Comunicazione dell’Università di Roma Tor Vergata: qui l’articolo di Kingsley Oparah 

Il Parco Calimera situato sulla via di Torrenova in quartiere di Torre Angela è nel VI Municipio del Comune di Roma ed è stato inaugurato nell’anno 2000.

Dopo sei mesi, all’incirca, un numero di residenti formarono un’associazione culturale con nome ARQTA (Associazione Riqualificazione Quartiere Torre Angela) e al fine di valorizzare il Parco stesso l’ARQTA propone una collaborazione ad altre associazioni territoriali affinché i due locali edificati all’interno del Parco potessero diventare sede di attività sociali, culturali, musicali, sportivi, ecc.…e quindi un preciso punto di riferimento per i residenti.  In risposta alla richiesta dell’ARQTA, il Comune di Roma affidò i due locali alla nuova formazione. Dopo una decina di anni, Il numero delle associazioni era cresciuto e si sono realizzati molteplice attività culturali, sociali e sportivi a cui sono iscritti centinaia di persone.

Tra l’anno 2010 -2020 erano dodici associazioni a partecipare nel progetto del Parco nominato “Nostro Parco Vivo” con l’ARQTA a capofila.

Le attività svolte oltre quelle culturali erano Yoga, Danza Classica, Parkour, Scuola di Italiano, Teatro, incontri religiosi, Diurno per i disabili e anziani.

Per i primi due anni di vita del Parco, il XIX Dipartimento del Comune ne garantì la manutenzione ma ad esaurimento fondi, abbandonò questo impegno e chiese all’ARQTA e le associazioni del progetto di occuparsi delle manutenzioni ordinarie dei due locali e dell’area verde, come il prezzo per la continuità dell’affidamento.

Con le diverse attività, le associazioni resero il Parco un posto vivibile quotidianamente e garantendo ai cittadini del quartiere accesso illimitato al giardino e anche provvedendo al fine settimana, all’utilizzo dei locali a un piccolo contributo per le feste di battesimo, cresima, compleanno ecc.

Circa un anno fa, l’Ufficio Tecnico del Municipio chiese all’ARQTA la riconsegna delle chiavi e chiusura delle attività svolte. In risposta, l’ARQTA chiesero un incontro con l’amministrazione del Municipio e nell’incontro e stato ribadito la richiesta dell’Ufficio Tecnico senza fornire le motivazioni del provvedimento.

Per venti anni, sono stati forniti importanti servizi al quartiere e così realizzando l’obiettivo di far diventare il Parco un luogo di aggregazione sociale e culturale anche per i quartieri limitrofe, Torbella Monaca, Torre Maura e Cole Prenestino. Con il progetto “Nostro Parco Vivo”, è stato realizzato quell’impegno del Comune di Roma di promuovere lo sviluppo locale valorizzando e facendo immergere le potenzialità presenti nel territorio del VI Municipio.

Le associazioni con le loro attività hanno portato un valore aggiunto di tipo economico, sociale e socioculturale al quartiere e alle persone che operano all’interno delle attività svolte.

La Cooperativa Sociale IDCA organizzava ogni anno, un mercatino Natalizio e li, vendevano i prodotti artigianali fatti dai ragazzi disabili con le loro mani.

L’associazione De Dance offriva lezioni di Danza Classica, un momento di passa tempo, socializzazione e attività fisica per gli anziani.

L’associazione Parkur offriva anche le lezioni di “difesa personale” specialmente alle donne.

L’associazione GIN offriva esercizio di Yoga alle persone di tutte l’età, parecchie hanno testimoniato di aver risolto il loro problema dello stress.

Le associazioni chiedevano un piccolo contributo economico per i servizi offerti per poter pagare le loro quote per la pulizia e manutenzione dei locali e l’area verde. Inoltre, certi assistenti sono volontari e altri no, perciò, occorrevano i rimborsi spese per garantire la continuità dei servizi che offrivano.

L’associazione TARTA insieme all’associazione Nuovi Italiani conduceva la scuola di Italiano e organizzava anche vari incontri ed eventi di intercultura diventando così un principale vettore dell’inclusione sociale e culturale degli immigrati nel tessuto sociale, culturale e politica di questo territorio periferico di Roma che ospita la più alta percentuale di immigrati residenti a Roma.

In conclusione, penso che i valori raggiunti dall’ARCTA e le associazioni del progetto “Nostro Parco Vivo vanno ripristinati e non persi per continuare a garantire questi utili servizi al quartiere e in fine, mantenere ed assicurare l’inclusione e partecipazione sociale dei ragazzi e delle ragazze disabili ma anche degli immigrati residenti.