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Emilia Romagna, la cooperazione sociale durante e dopo il Covid

Autore: Alberto Alberani
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[…] La pandemia che ha aperto Vasi Pandora evidenziando molte disuguaglianze e ingiustizie. Ci siamo visti colpevolizzati per i problemi che abbiamo avuto nelle residenze che erano state deprivate di dpi sequestrati negli aeroporti, residenze costrette se non obbligate a prendere malati di covid, come mettere un cerino in un pagliaio, residenze anche oggi deprivate di infermieri.

E per fortuna in questa Regione abbiamo avuto di fianco i Comuni le Asl, gli Assessorati regionali a cui va un grande ringraziamento per la vera co-progettazione che abbiamo fatto in quei mesi terribili. Abbiamo avuto dalla Regione ristori con il riconoscimento dei costi sostenuti per i dpi o per i ristori per i costi incomprimibili dei posti letto tenuti vuoti, e un ringraziamento particolare va al Presidente Stefano Bonaccini che ha con forza concretamente sostenuto il riconoscimento dei costi del lavoro.

Si perché nonostante tutto in questi due anni abbiamo rispettato gli impegni assunti a livello nazionale per il rinnovo del CCNL, nonostante il mancato adeguamento nei servizi che non sono in accreditamento abbiamo aumentato di 80 euro le buste paga. E anche recentemente abbiamo sottoscritto un accordo per riconoscere i tempi di vestizione in alcuni servizi segno di una volontà di valorizzazione del lavoro sociale che noi vogliamo concretamente perseguire. Così come un segno concreto è stato l’anticipo della cassa integrazione alle educatrici dei servizi educativi, degli asili nido che hanno passato molti mesi in cassa integrazione a differenza delle loro colleghe della Pubblica Amministrazione che sono rimaste a casa pagate.

Educatrici che per aver riconosciuto i costi incomprimibili hanno ri-coprogettato i servizi anche grazie a quello che abbiamo chiamato ART 48 e permettetemi di ringraziare la Vice Presidente Elly Schlein con cui ho condiviso la battaglia poi vinta di vedere il riconoscimento di questa possibilità che ha di fatto determinato una nuova e innovativa co-progettazione (a volte estenuante) fra cooperative e Comuni. L’ aumento dei costi del lavoro accompagnato dai costi connessi alla pandemia hanno determinato nell’ esercizio 2020 forti PERDITE di fatturato e di redditività che si presenteranno anche nel 2021. Abbiamo con orgoglio mantenuto i livelli occupazionali anche anticipando la cassa integrazione e il 2022 speriamo possa essere un anno dove riusciamo a prendere fiato evitando l’aumento dei costi se vogliamo evitare crisi aziendali e occupazionali.

[…] Il nostro è LAVORO BUONO vincolato dal 1991 da un vero ccnl che continuiamo ad applicare, (anche se stranamente ogni tanto qualcuno ci chiede di non applicarlo ma di applicarne altri..), da percorsi formativi iniziali e permanenti e riconosciamo l’ esistenza di un PROBLEMA SALARIALE ITALIANO nell’ambito dei servizi alla persona basta pensare che oltre alle 500.000 persone che lavorano nella cooperazione sociale si stima siano 1.000.000 le assistenti familiari che purtroppo non hanno certamente i diritti (e doveri) previsti dal ccnl coop sociali. Riteniamo urgente aprire una riflessione sui temi del LAVORO SOCIALE in Emilia Romagna. Lo abbiamo proposto in campagna elettorale e abbiamo apprezzato che il tema sia entrato nell’ agenda politica.

Stiamo però ancora aspettando che la Regione attivi questo percorso che crediamo dovrebbe coinvolgere gli Enti del Terzo Settore, le organizzazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, i Comuni e le Asl e tutte le organizzazioni[1]persone interessate alla tematica. Crediamo sia urgente SCATTARE UNA FOTOGRAFIA di chi fa che cosa con quale status nell’ambito dei bisogno socio sanitari educati assistenziali e nell’ inserimento lavorativo e poi CO-PROGETTARE innovazioni nella consapevolezza che oltre all’ emergenza ambientale siamo di fronte ad una vera e propria emergenza demografica che richiede visioni e proposte adeguate e la condivisione di DECISIONI. Abbiamo fiducia che il percorso possa presto VERAMENTE partire e non solo essere annunciato.

Dopo i primi 20 anni di pionierismo, dopo i 30 anni dalla legge 381, come ci ricorda Vasco Rossi “siamo ancora qua” e abbiamo intenzione di rimanerci ancora a lungo nonostante le grandi fatiche quotidiane accompagnate da enormi soddisfazioni e da limiti che dobbiamo riconoscere per superarli. Stiamo attraversando un RICAMBIO GENERAZIONALE che dovremmo governare e gestire meglio in particolare sulle tematiche del saper essere non solo sul sapere e saper fare.

Non basta una laurea per essere una brava cooperatrice o cooperatore, occorre agire ogni giorno comportamenti coerenti ai valori cooperativi e quindi essere gentili, non essere arroganti; troppo facile dichiararsi cooperatirice-cooperatore e raccontare i valori cooperativi nelle assemblee ma poi nella quotidianità, nelle riunioni comportarsi incoeretemente. Troppo spesso la sfrenata competizione individualista contrasta con il valore del NOI del cooperare fra cooperative che è uno dei principi cooperativi e pensate la forza che avremmo se fossimo capaci di promuovere progetti intercooperativi, intersettoriali superando piccoli e sterili protagonismi e auto referenzialità. Abbiamo enormi potenzialità da mettere a disposizione della nostra comunità Emiliano Romagnola che in questi anni ha saputo affrontare la crisi grazie ad uno spirito cooperativo che è nel dna dei cittadini di questa Regione.

Il buon utilizzo dei nuovi fondi e l’ importantissima costruzione del nuovo PIANO SOCIO SANITARIO saranno importanti e saranno per tutti noi una bella sfida, ma i fondi non possono fare nulla senza una condivisa visione, senza idealità e senza ottimismo e senza un pizzico di condivisa folle visione di creare un mondo migliore che auspichiamo condividere.

*estratto della relazione al congresso regionale Legacoopsociali Emilia Romagna