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Il carcere dopo Santa Maria Capua Vetere: a colloquio con Loris Cervato

Autore: Redazione
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Pianeta carcere, la situazione dei penitenziari italiani tra rispetto dei diritti umani e alternative alla pena attraverso l’inclusione lavorativa. Il punto con Loris Cervato, responsabile Gruppo nazionale Carcere di Legacoopsociali

Dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere qual è la situazione dentro le carceri? Hai registrato un cambio di attenzione?

Credo che la situazione sia come prima e in tal senso non registro cambi di attenzione particolari. Purtroppo in questo settore sto verificando come una volta calata l’attenzione da parte dell’opinione pubblica su casi anche gravi, i problemi rimangono irrisolti e tutto il tema legato alle problematiche carcerarie diventa nuovamente un luogo invisibile.

I casi di suicidio mettono al centro la carenza di figure socio-sanitarie nei penitenziari: cosa serve per “umanizzare” la detenzione?

Il tema dei suicidi nelle carceri è molto complicato da affrontare e necessita di un approfondimento specifico; di certo bisogna abbattere l’isolamento e l’abbandono di cui spesso i detenuti sono vittime e avviare percorsi più rieducativi e socializzanti, come previsto dalla nostra Costituzione.

La cooperazione sociale ha un ruolo importante sul percorso della inclusione lavorativa durante e post pena: quali proposte oggi?

La cooperazione sociale riveste un ruolo fondamentale perché attraverso il lavoro persegue le finalità costituzionali di rieducazione e inclusione; è necessario un maggiore dialogo tra istituti carcerari e cooperazione sociale, un maggiore coordinamento per rendere più efficaci gli interventi e per abbattere maggiormente la recidiva.