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Verona, il bilancio di Azalea: “nel 2021 impegnati a difendere occupazione”

Autore: Redazione
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Un anno di lavoro concentrato a gestire ancora il quotidiano dell’emergenza sanitaria e a recuperare la stabilità dell’impresa, messa a dura prova nella sua tenuta dalla pandemia come accaduto per l’intero mondo della cooperazione sociale. Eppure per Azalea, cooperativa sociale con sede a Settimo di Pescantina (Verona), è stato comunque un anno di risultati positivi, il 2021, che ha generato un fatturato di quasi 11 milioni 600mila euro, visto attivi nel Veronese e nel Vicentino ben 57 progetti (tra asili nido, residenze per anziani, assistenza domiciliare, comunità per persone con problemi di salute mentale), gestiti grazie anche alla collaborazione con oltre 100 realtà del territorio (enti locali, associazioni) e rivolti a quasi 19mila persone. Sono questi alcuni dei “numeri” del bilancio sociale presentato e approvato lunedì in assemblea dalla cooperativa, che oggi conta 394 soci, di cui 352 lavoratori e 42 volontari.

Un anno, quello passato, trascorso anche a proteggere i posti di lavoro e i lavoratori e al contempo a promuovere il loro benessere, con l’attivazione ad esempio di uno sportello gratuito di ascolto e sostegno, per poter rielaborare la propria esperienza lavorativa legata al Covid-19; e ancora la costituzione di gruppi di lavoro in cui condividere momenti di supervisione, in priorità per gli operatori delle strutture residenziali per anziani che durante le prime ondate della pandemia hanno vissuto momenti di intensa fatica e sofferenza.

«Abbiamo profuso ogni sforzo possibile per svolgere la nostra funzione “anticiclica” ‒ evidenzia la presidente Linda Croce, da quattro anni alla guida di un cda tutto al femminile e under 45 ‒, continuando a garantire servizi di qualità, pur nelle difficoltà organizzative e a fronte di un notevole aumento dei costi, e a salvaguardare l’occupazione dei lavoratori e delle lavoratrici».

«Siamo rimasti a fianco dei territori per fare fronte comune al secondo anno di pandemia, contribuendo a contenerne gli effetti più nefasti anche sul piano socioeconomico – continua –. Non è stato facile, e non lo nascondiamo: la chiusura a singhiozzo di servizi a causa Covid-19, l’aumento dei costi del lavoro, non ancora pienamente riconosciuti dalle tariffe delle gare d’appalto, la crescita delle spese per forniture e presidi di sicurezza, e non da ultimo il consistente assorbimento di personale da parte della sfera pubblica».

La cooperativa ha infatti anche dovuto far fronte a un livello di turnover mai registrato prima, pari all’80 per cento: 125 nuove assunzioni e 142 uscite dovute a pensionamenti, cessazioni, licenziamenti o dimissioni, queste ultime in particolare per figure professionali fondamentali come infermieri e operatori sociosanitari, assorbiti dagli enti pubblici.

Oggi sono 352 i soci lavoratori e 30 i lavoratori non soci. L’83 per cento di loro sono donne, per la maggioranza con un’età media sopra i quarant’anni, e in 347 sono inquadrati con contratto a tempo indeterminato, di cui 101 a tempo pieno e 246 in part time. A questi si sommano 54 collaboratori continuativi e 92 lavoratori autonomi e, infine, una quarantina di volontari.

Azalea opera in tre grandi filiere – cure primarie, educazione e cultura, inclusione –, offrendo e gestendo numerosi servizi: dall’assistenza domiciliare e residenziale per anziani, persone con problemi di salute mentale e disabilità, ai servizi educativi (prima infanzia, adolescenti e giovani). Al centro della cooperativa già da molti anni è l’innovazione che contraddistingue alcune sue progettualità: come l’hotel ristorante GranCan (San Pietro in Cariano-Valpolicella), ospitante due comunità per la salute mentale, e ancora La Coopera 1945 (ad Arbizzano), “osteria di comunità” che sviluppa nei propri spazi progetti sociali, culturali e di inserimento lavorativo, e il poliambulatorio “Punto Salute” (a Lugagnano di Sona-Verona).

Attiva dal 1992, la cooperativa quest’anno si affaccia al suo trentennale con tutta la consapevolezza (e l’energia) di chi anche nei recenti momenti difficili ha saputo mettere in campo flessibilità, competenze sempre qualificate, diversificazione dei servizi e delle progettualità come delle fonti di finanziamento.

Al centro del suo impegno per i prossimi anni, anche come contributo al raggiungimento del quinto obiettivo di Agenda Onu 2030, il tema della parità di genere, che costituirà pure il filo rosso di tante iniziative del trentennale a partire da una campagna di sensibilizzazione di prossimo avvio: «La parità di genere è un’attenzione per noi trasversale a ogni ambito, da molto tempo ormai – spiega la presidente Linda Croce ‒. Ne abbiamo fatto una visione e una cultura organizzativa oltre che una prassi. Oggi permea la nostra governance e la gestione delle risorse umane, ma pure si declina in scelte precise nei servizi, come l’inserimento di educatori maschi nei nostri asili nido. Vogliamo su questi temi lavorare su diversi livelli, diventando promotori di una cultura di valorizzazione delle differenze di genere (ma non solo) anche presso i nostri partner e sul territorio».

Si iscrive in questo impegno il conseguimento volontario della certificazione Family Audit, che permette di dimostrare l’impegno della cooperativa nell’adozione di misure volte a favorire il bilanciamento vita-lavoro dei propri occupati.