Pubblichiamo gli articoli di studenti e studentesse nell’ambito delle prove al modulo sull’Economia sociale del Master Sociocom in Comunicazione dell’Università di Roma Tor Vergata: qui l’articolo di Gabriella Podda
Secondo il rapporto SAI 2023 è la Nigeria uno dei principali paesi dal quale scappano donne e uomini e lo fanno dalla prima ondata migratoria degli anni 70. Gli uomini fuggono perché costretti da diritti e libertà negate, alla ricerca di un futuro migliore e soldi da mandare a casa, affrontando il viaggio da soli. Le donne scappano per non dover più subire violenza dentro e fuori le mura domestiche e tentativi di matrimonio forzato. La maggior parte di coloro che arrivano in Italia non sono mai sole, ma si portano dietro una figlia o un figlio piccoli di 6 mesi, 1 o 2 anni.
Il progetto Servizio di Accoglienza e Integrazione fornisce supporto e assistenza a tutte e tutti coloro che hanno una qualche forma di protezione internazionale, rifugiati o richiedenti asilo vulnerabili (Decreto Cutro, decreto/legge 10 marzo 2023, n. 20).
A Nuoro, in Sardegna, è la cooperativa La Carovana che si occupa della gestione del progetto di seconda accoglienza con 34 posti disponibili, attualmente tutti occupati. Le donne nigeriane che le operatrici SAI hanno incontrato dal 2018, anno di inizio attività, sono state diverse e tutte erano e sono il riflesso della tratta migratoria subita. Una donna sola che decide di affrontare un viaggio attraverso il deserto prima e il mare poi non ha mai i mezzi sufficienti per poter sostenere il percorso in completa sicurezza ed è costretta ad affidarsi alla criminalità organizzata, che la obbliga a contrarre un debito che dovrà essere ripagato per tappe: durante il viaggio e una volta in Italia. Pagamento non in denaro, ma attraverso prestazioni del proprio corpo come sex workers.
Esiste una fitta rete di intrecci, di ricatti e riti woodoo che le costringono a piegarsi alla volontà delle loro “madame”, usanze così profondamente radicate nella loro cultura da instillare una sorta di “paura paralizzante”: il debito spirituale le lega indissolubilmente agli abusanti che spacciano i corpi per loro proprietà di diritto.
Capita che alcune donne nigeriane entrino nel progetto SAI con il debito che pesa ancora sulle loro spalle e, solo attraverso una lunga e difficile indagine, si scoprono parte degli effetti psicologici e fisici della tratta e si cerca la migliore delle soluzioni per uscirne. I servizi che il progetto offre non riguardano solo la protezione delle persone che ne entrano a far parte, ma si occupano anche di costruire (in appena 6 mesi prorogabili di massimo altri 6) una rete di accoglienza: assistenza psicologica, sanitaria e legale, scuola di italiano, tirocini formativi e professionalizzanti, casa condivisa con altri nuclei monogenitoriali, percorsi di inclusione sociale.
L’obiettivo è renderle indipendenti sotto tutti i punti di vista, perché il percorso fatto non rimanga vano e solitario. L’80% delle donne che sono entrate nel progetto SAI di Nuoro a partire dal 2018 hanno trovato il modo di essere autonome. Molte possono raccontare di un debito ormai estinto.