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La cooperazione sociale in Sicilia: le richieste e le proposte su cura e welfare

Autore: Giuseppe Fiolo*
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Siamo al compimento di un percorso che ci ha visti impegnati e motivati a  realizzare il mandato consegnatoci quattro anni fa dal Congresso Nazionale: “Gli altri, il nuovo, il domani: la cooperazione sociale” e che io stesso, ho portato avanti consapevole che non può realizzarsi senza una promozione e diffusione della cultura cooperativa. È importante che questo traguardo di oggi coincida con il trentennale della 381, legge fondativa della cooperazione sociale, perché i traguardi, le mete non sono mai il punto di arrivo, ma ci chiamano a ripartire verso nuovi obiettivi. Ripartire, sì.

[…] Nel nostro contesto sociale, in continua evoluzione, la complessità dei bisogni e delle risorse, sempre scarse o limitate, impone una lettura capace di cogliere e costruire connessioni improntate alla multifattorialità. L’organizzazione del Congresso è stato un lavoro impegnativo, intenso e per questo voglio davvero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, tutti i collaboratori. È una occasione di dialogo, di approfondimento, di riflessione … siamo chiamati ad interrogarci su cosa sia e su cosa può diventare la cooperazione sociale in Sicilia, per rispondere concretamente e meglio ai bisogni e ai desideri, che le persone e le nostre comunità esprimono in questa fase di profondo cambiamento.

Cooperandare…  anche noi in Tandem verso il Congresso Nazionale dove condivideremo i frutti del nostro lavoro e le attese della Cooperazione Sociale Siciliana, ma porteremo anche gli impegni che oggi costruiremo insieme.

[…] Abbiamo voluto, altresì, costruire un percorso concreto di condivisione con la base: la nostra forza sta in questa partecipazione diffusa, consapevole sia delle potenzialità e sia delle criticità della fase che stiamo vivendo. Valorizzando l’intelligenza collettiva delle cooperatrici e dei cooperatori, abbiamo chiesto di offrirci uno spaccato delle complesse problematiche che hanno affrontando, mettendo così in luce grandi capacità di adeguamento e di innovazione. Stare al passo con i tempi significa ri-progettarsi in un’ottica intergenerazionale che permetta di proiettarci nel futuro.

Cooperandare … in un momento storico particolarmente importante come quello che stiamo vivendo, perché chiamati a costruire il futuro delle nostre comunità provate dalla pandemia. Cooperandare … Partire dalla co-progettazione per andare verso un sistema innovativo, condiviso, che orienti e guidi la rete dei servizi e degli interventi di politica sociale in Sicilia e che superi la frammentazione, la sovrapposizione e dispersione delle risorse, coniugando lo sviluppo specifico dei territori con i diritti delle persone.

Realizzare concretamente una nuova collaborazione in cui Cooperazione Sociale e Pubblica Amministrazione nella sua accezione più ampia, insieme e pariteticamente, nel rispetto ciascuno del proprio ruolo, definiscono gli obiettivi da perseguire nell’interesse generale e concorrono alla realizzazione delle azioni appropriate per raggiungerli, superando la logica della gara d’appalto o di corsie preferenziali per qualcuno a discapito di qualcun altro, per generare prossimità e bene comune.

[…] La realtà attuale determinata dall’emergenza Covid-19 sta mettendo in difficoltà gravissima la Cooperazione Sociale Siciliana che non si è mai fermata, assicurando continuità assistenziale alle persone più esposte e fragili e sperimentando, in alcuni casi, nuove soluzioni e risorse, per promuovere prossimità, nonostante stesse già affrontando una grande crisi: quella del lavoro, che oggi più che mai è necessario alla comunità, ma che va garantito, tutelato e messo in sicurezza. È urgente intervenire concretamente con azioni di radicale cambiamento che possano riconoscere il valore del lavoro svolto in ambito sociale e il primo passo è adoperarsi per la ridefinizione di un patto stabile con la P.A  che deve inevitabilmente prevedere:  che siano rispettati dalle Pubbliche Amministrazioni i tempi di pagamento;  che sia applicato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Cooperative Sociali; che siano ridefinite le rette dei Servizi adeguandole al costo effettivo del lavoro, correlato anche alle esigenze relative agli oneri di gestione e all’emergenza Covid-19; che siano individuate le rette dei Servizi per i quali ad oggi non esiste alcuna definizione (vedi asili nido, case rifugio per donne vittime di violenza); che si proceda con l’Accreditamento dei Servizi, per il superamento della logica concorrenziale, inconcepibile per i Servizi alla Persona, per arrivare al Convenzionamento degli stessi; che sia riconosciuto alla cooperazione sociale un ruolo credibile di riferimento, nel rapporto con gli enti locali e l’ANBSC, per la restituzione alla collettività dei beni confiscati; che siano promosse, conosciute e diffuse le esperienze di riuso sociale di beni confiscati.

[…] È fondamentale considerare che in Sicilia esiste il grave problema dei Comuni in dissesto e che bisogna creare urgentemente uno strumento che intervenga quando i Comuni non garantiscono il pagamento dei Servizi erogati dalle Cooperative Sociali, mettendole in crisi fino a “morire di crediti”, pur assolvendo alla Mission di tutela della comunità locale. Altro nodo problematico da affrontare concretamente è la necessità di liberare la spesa sociale dagli avanzi vincolati dei Bilanci comunali. Il paradigma dei Servizi ormai è decisamente cambiato e impone una revisione degli standard per un’attualizzazione delle risposte ai nuovi bisogni. Questo permetterà finalmente di coniugare la parte politico-organizzativa con la parte economica per realizzare una concreta integrazione socio – sanitaria.

Oggi si impone una nuova visione della politica dei Servizi che punti a comporre e proporre soluzioni integrate di assistenza e sostegno, che comprendano interventi domiciliari e residenziali e che, parallelamente alla cura, incoraggino percorsi di inclusione e autodeterminazione, valorizzando la partecipazione delle persone e dei contesti locali.

Il traguardo è riuscire a tradurre in operatività di sistema un approccio culturale largamente diffuso: la persona al centro della progettazione e dell’azione dei servizi, passando dalla logica della prestazione alla costruzione condivisa di un progetto di vita autonoma e indipendente. Per realizzare tale visione non si può prescindere dalla valorizzazione di un’équipe multidisciplinare a sostegno delle filiere territoriali di cura alla persona.

[…] Legacoopsociali Sicilia, ha seguito con apprezzamento e condivisione l’iter che dalla circolare del 12 giugno 2018 (che ha bloccato le gare in Sicilia per l’affidamento dell’ADI), ha aperto una pagina nuova sulle cure domiciliari, portando all’emanazione degli attuali decreti siciliani sulle Cure Domiciliari che consentono di abbandonare finalmente il sistema “imperfetto” della gara al massimo ribasso e assicurano soprattutto l’adempimento di due principi fondamentali: migliore qualità del servizio e libera scelta del cittadino.

Di fatto la Sicilia è stata la prima regione ad avere emanato un provvedimento completo in tutte le sue parti, ricalcando le linee guida nazionali approvate dalla conferenza stato-regioni. La nostra convinzione è che i cittadini debbano esercitare il diritto della libera scelta e nel contempo beneficiare di Servizi erogati da strutture che possiedono competenza ed expertise, nonché i requisiti appropriati per espletarli con efficacia ed efficienza.

La promozione della cultura cooperativa, deve orientare e sostenere l’azione di rappresentanza sul territorio che va rafforzata, facilitata, e che continuerà ad essere un obiettivo fondamentale dei prossimi anni. Occorre definire con criteri chiari il peso e le responsabilità della rappresentanza collettiva, per evitare che interessi troppo particolari possano condizionare l’interesse generale.  Per questo, innanzitutto, ci siamo battuti contro le false cooperative operando seriamente per rafforzare il senso di appartenenza ad una realtà, quella cooperativa, che vive allo stesso tempo di interessi e di valori: difendere gli uni senza difendere e sviluppare gli altri, non genera futuro per le imprese cooperative. Partire ancora dalla Mutualità, dal concreto scambio tra soci e cooperativa, ma anche tra cooperative e cooperative, così come tra cooperative e le comunità nelle quali sono inserite. Favorire ancor più di quanto già non si faccia la capacità di cooperare tra cooperative per incrementare complessivamente la nostra azione intersettoriale e dare ancora più forza allo sviluppo di progetti intercooperativi.

Cooperare è un verbo attivo intransitivo, cooperandare con la nostra azione diventa un verbo attivo, transitivo, capace di generare Emancipazione, Benessere, Prossimità, Transizioni, Nuove generazioni.

*Responsabile Legacoopsociali Sicilia – Estratto della relazione al congresso regionale delle coop sociali siciliane