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Codice appalti, i settori penalizzati e quel grande rischio per il welfare

Autore: Giuseppe Manzo
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Per la cooperazione sociale e dei servizi l’anno si chiude con un problema in più: riguarda il codice degli appalti. La decisione del governo ha fatto infuriare tutte le associazioni datoriali del settore servizi e anche le tre organizzazioni della cooperazione sociale italiana: Agci impresa sociale, Confocooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali.

I servizi

“E’ incomprensibile la discriminazione a danno del settore dei servizi presente nel decreto correttivo al codice dei contratti pubblici approvato dal Governo il 23 dicembre: mentre per il settore dei lavori la soglia della revisione prezzi è stata abbassata dal 5% al 3% con il riconoscimento del 90% dei costi sopraggiunti per motivi oggettivi, per i servizi e le forniture è rimasta invariata al 5%, con il riconoscimento dell’80% e solo sulla cifra eccedente”.

È quanto denunciano congiuntamente le Associazioni di rappresentanza delle imprese che operano nei settori dei servizi: ANIP-Confindustria, Afidamp, AGCI Servizi, Angem, ANIVP, ASSIV, Assosistema-Confindustria, Cisambiente-Confindustria, ConFederSicurezza e Servizi, Fipe-Confcommercio, FNIP-Confcommercio, Fondazione Scuola Nazionale Servizi, ISSA-EMEA, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi e UNIV.

“Una scelta e non un errore -dichiarano le Associazioni- che continua a penalizzare il settore, già colpito da anni da politiche di costanti e irreversibili tagli agli appalti pubblici. L’assenza di norme sulla revisione prezzi ha infatti impedito in questi anni di continue crisi economiche (pandemia, aumento materie prime, crisi internazionale) il dovuto recupero dei costi da parte delle imprese del settore. Questo ulteriore e definitivo taglio -sottolineando le Associazioni- mina seriamente la possibilità, in molti casi, di proseguire nell’esecuzione dei servizi e danneggia fortemente i lavoratori del settore, in gran parte donne, in quanto, senza il dovuto riconoscimento diventa sempre più difficile, in alcuni casi, adottare politiche di aumento dei salari”.

Le Associazioni sottolineano l’importanza di un intervento immediato per tutelare il lavoro di imprese e cooperative e artigiani che ogni giorno garantiscono servizi essenziali per il Paese. Pulizia di luoghi pubblici e di lavoro, igienizzazione degli ospedali, mense scolastiche e ospedaliere, raccolta e gestione dei rifiuti, vigilanza privata, fornitura di dispositivi medici, sanificazione e sterilizzazione di dispositivi medici tessili e strumentario chirurgico: queste sono alcune delle attività indispensabili che le imprese del settore assicurano con passione e professionalità, 24 ore al giorno, sette giorni su sette, anche durante i festivi, occupando circa mezzo milione di lavoratrici e lavoratori per volume economico che varia a seconda degli anni di riferimento dal 30% al 50% di quanto bandito dalla pubblica amministrazione.

Welfare e socio-sanitario

Agci Imprese Sociali, Federsolidarietà e Legacoopsociali rilanciano l’allarme sul codice degli appalti dopo la nota unitaria delle associazioni del settore dei servizi. La decisione di lasciare invariata la revisione dei prezzi per servizi e forniture al 5%, con il riconoscimento dell’80% dei costi oggettivi sopraggiunti, e solo sulla cifra eccedente, accende una sirena di emergenza per i servizi socio-sanitari, socio-educativi e le cooperative sociali di inclusione lavorativa.

“Non solo è necessario un intervento immediato per correggere questo errore – affermano le tre associazioni nazionali – ma sono urgenti politiche che rendano il codice degli appalti uno strumento utile per il lavoro e non un ostacolo. Con il nuovo contratto collettivo nazionale delle cooperative sociali e l’aumento del costo del lavoro la revisione dei prezzi è fondamentale per garantire la sostenibilità delle imprese e cooperative sociali dove sono impiegati oltre 350mila operatori e operatrici sociali nel nostro Paese: occorre difendere tutti i comparti ed evitare discriminazioni che mettano a rischio il lavoro”.

Agci Imprese Sociali, Federsolidarietà e Legacoopsociali chiedono di aprire un tavolo di confronto con il governo e con tutte le istituzioni sul codice degli appalti e sulle ricadute sui servizi essenziali del welfare e del sociosanitario.

L’appello

“Dopo il positivo percorso di dialogo e condivisione con il ministro delle Infrastrutture ci saremmo aspettati un esito diverso, ma così non è stato. Ora il Governo dia ascolto alla richiesta avanzata dalle associazioni di rappresentanza e provveda subito, prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, a modificare il decreto correttivo del codice degli appalti nella parte che penalizza ingiustamente il settore dei servizi, garantendo la sua equiparazione con il settore dei lavori”.

A dirlo è il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, commentando il comunicato congiunto delle associazioni imprenditoriali del settore.

“Il codice degli appalti -aggiunge Gamberini- può rappresentare uno straordinario volano per l’economia del Paese; al contrario, se contiene degli errori può affossare interi settori, come nel caso dei servizi che si vedono penalizzati nella norma sulla revisione prezzi nel decreto correttivo approvato prima di Natale. È quindi pienamente condivisibile la richiesta, avanzata dalle associazioni di rappresentanza dei settori coinvolti, di una modifica urgente prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, in assenza della quale apparirebbe evidente che non si tratta di un errore, ma di una scelta che inevitabilmente produrrà danni a imprese e lavoratori”.