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Un welfare “controvento” che gli italiani vogliono: dal Manifesto ai dati Ipsos

Autore: Redazione
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Restituire pieno valore economico e professionale al lavoro sociale migliorando il contratto collettivo nazionale; garantire alle persone svantaggiate opportunità di inclusione lavorativa attraverso l’impresa sociale; promuovere un welfare innovativo per rispondere alle sfide sociali e garantire i diritti per tutti e tutte. Sono questi i tre assi del Manifesto “Controvento” di Legacoopsociali presentato a Roma, all’Eurostars Roma Aeterna all’evento finale degli Stati Generali della cooperazione socile che rientra anche come tappa verso la Biennale dell’economia cooperativa di Legacoop.

Il Manifesto è il frutto delle tre tappe di Biella, Fabriano e Salerno oltre a quelle regionali di Umbria e Sardegna: un percorso che ha coinvolto oltre 500 persone e una campagna di comunicazione #controvanto con 300 video dove operatori e operatrici sociali da tutta Italia hanno preso parola per rivendicare il proprio ruolo.

“Le cooperative possono davvero rispondere a esigenze più generali del profitto – afferma il professore Tito Boeri – e massimizzare il benessere dei membri lungo l’intero ciclo di vita, non solo il valore per l’azionista nel breve periodo. Un socio–un voto con un forte coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni d’investimento e nella distribuzione del reddito. Minore distanza fra chi decide e chi subisce gli effetti di lungo periodo. Inoltre con la loro governance partecipata e orizzonte a lungo termine riducono incentivo a “greenwashing” e rendono più credibile la transizione verde”.

“Questo manifesto non è una dichiarazione statica, ma un punto di partenza per riaffermare il valore di un welfare universale e di comunità; riconoscere la funzione della cooperazione sociale come infrastruttura democratica e produttiva; indicare strade concrete da percorrere insieme per innovare, valorizzando le persone, le competenze, le relazioni e il bene comune”, ha affermato il presidente nazionale di Legacoopsociali Massimo Ascari.

“Il manifesto si rivolge al movimento cooperativo, alle Istituzioni, ai rappresentanti politici, alle associazioni di rappresentanza e di categoria, alle organizzazioni sindacali, agli enti del terzo settore, al mondo imprenditoriale responsabile e alla cittadinanza, perché il vero cambiamento nasce dalla cooperazione. Condividere obiettivi, elaborare proposte, agire insieme, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo, unendo l’impegno dalla nostra associazione, quello delle cooperative sociali a quello comune”, ha poi aggiunto Ascari.

I dati

Per 6 italiani su 10 (il 61%, in crescita di 8 punti percentuali rispetto allo scorso anno), per fronteggiare l’invecchiamento della popolazione che metterà a dura prova i sistemi previdenziali e sanitari serviranno riforme radicali: ma mentre solo il 15% immagina tagli e riduzioni generalizzati per rendere il sistema sostenibile, il 46% pensa a riforme con tagli solo per i privilegiati, garantendo i minimi assistenziali a tutti. Un 35%, invece, (in calo di 8 punti percentuali sul 2024) pensa che siano necessari maggiori investimenti da parte dello Stato e una razionalizzazione dei costi.

Sono alcune delle evidenze principali che emergono dal Report FragilItalia “Welfare del futuro e ruolo delle cooperative”, realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Ipsos.

“Il nostro Paese -sottolinea Simone Gamberini, presidente di Legacoop- è pronto ad affrontare una fase di profondo ripensamento del proprio sistema di welfare. La maggioranza degli italiani avverte l’urgenza di superare gli schemi tradizionali e di costruire un modello più moderno, capace di rispondere con efficacia alle grandi trasformazioni demografiche, sociali ed economiche che stanno cambiando la vita delle persone e delle comunità. E il futuro del welfare non può essere immaginato senza un forte investimento sulla prevenzione, sull’integrazione dei servizi e sul sostegno ai giovani, alle famiglie e ai lavoratori. È sempre più evidente che per garantire qualità, sostenibilità e prossimità dei servizi serve un’azione coraggiosa e collaborativa: Stato, enti pubblici e privato sociale devono poter operare insieme in modo strategico, valorizzando competenze, efficienza e capacità di innovazione. Il ruolo delle cooperative in questo scenario è riconosciuto dai cittadini e deve essere riconosciuto anche nelle scelte pubbliche. Ma perché ciò sia possibile, è indispensabile che il lavoro di cura e di assistenza venga adeguatamente riconosciuto e remunerato: non si tratta di un costo, ma dell’infrastruttura essenziale per il benessere sociale del Paese. Il tempo della manutenzione ordinaria è finito: oggi abbiamo la responsabilità di guidare, con visione e pragmatismo, una nuova stagione di politiche sociali a supporto di tutte le forze che credono in un welfare universale e capace di innovare”.

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