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Basilicata, congresso Legacoopsociali: Katia Bellomo nuova responsabile

Autore: Redazione
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È Katia Bellomo la nuova responsabile di Legacoopsociali Basilicata, l’associazione regionale delle cooperative sociali aderenti a Legacoop. Quarantadue anni, materana, presidente della cooperativa sociale Lilith, la Bellomo è stata eletta nel corso dell’assemblea congressuale che si è tenuta a Potenza il 26 ottobre e succede a Giuseppe Salluce. “Ci apprestiamo ad affrontare questa fase con un rinnovato spirito di unità – ha dichiarato la nuova responsabile – consapevoli che mai come adesso è prioritario far rete, intersecare i settori, costruire relazioni che si espandano anche al di fuori dell’ecosistema cooperativo”.

Il congresso si colloca cronologicamente in una fase di ripartenza. “L’emergenza, che non si è ancora spenta, ci ha visti in prima linea soprattutto nel momento più critico, evidenziando l’importanza della cooperazione sociale per garantire servizi alle fasce di popolazione più bisognose. Ha altresì evidenziato le lacune del sistema sociosanitario – ha continuato Katia Bellomo – e l’iniezione di risorse deve essere l’occasione per ripensarlo in maniera strutturale. Per farlo occorre avvalersi dell’esperienza di chi è storicamente a contatto con la comunità, ne conosce e ne interpreta i bisogni”. “Chiediamo e ci aspettiamo coprogettazione a tutti i livelli – ha concluso – non come mera azione burocratica, ma come prassi per coinvolgere intelligenze e competenze, del fare insieme, nell’interesse della comunità e per restituire dignità ai lavoratori sociali, il cui impegno a volte non viene riconosciuto in modo adeguato”.

Con 28 cooperative associate, che raggruppano circa settecento soci, occupano un migliaio di lavoratori e fatturano poco meno di 30 milioni di euro annui, ramificate in tutto il territorio lucano, il settore sociale di Legacoop rappresenta una dimensione importante del comparto sociale regionale. La tematica scelta per il congresso è stata “Welfare cooperativo tra nuova programmazione e sviluppo”. Hanno portato il proprio contributo, oltre ai cooperatori presenti, anche rappresentanti sindacali e di associazioni del Forum del Terzo Settore. “Il Pnrr è forse l’ultima opportunità che abbiamo”, ha chiosato Innocenzo Guidotti, presidente regionale di Legacoop. “Qui in Basilicata siamo ancora fermi, non è partita nessuna analisi, non sappiamo a cosa saranno destinate le risorse”.

“Ci aspettavamo maggiore coraggio per provare a colmare le differenze territoriali tra Nord e Sud che atavicamente producono rallentamento per l’intero Paese – ha rimarcato Guidotti – ma dobbiamo restare ottimisti, guardare alle nuove opportunità per continuare a rivestire un ruolo di primo piano nel settore sociale”. “Le risorse vanno spese, bene e con lungimiranza, non vanno semplicemente ‘consumate’– ha chiarito Giuseppe Salluce – e il Sud è ancora debole da un punto di vista progettuale, in una parabola di progressivo e complessivo impoverimento delle politiche sociali”. “Il tema della municipalità è centrale – ha precisato Salluce – e il tratto evolutivo è rappresentato dai servizi sociali comunali: è lì che si gioca la partita dell’andare verso i territori o del ritornare verso l’ospedale”.

Domenico Tripaldi, direttore generale della Regione Basilicata, ha esposto un quadro delle risorse relative alla nuova programmazione e ha sottolineato lo sforzo ogranizzativo che va fatto per investirle,  non nascondendo le criticità dettate da uffici sottodimensionati e da una debolezza amministrativa dovuta a una visione non ancora avanzata del sociale da parte degli enti locali.

“Welfare cooperativo significa guardare al benessere della persona in tutte le sue dimensioni – ha precisato Eleonora Vanni, presidente nazionale di Legacoopsociali – e significa lavorare insieme agli altri attori del territorio. Le cooperative rilevano le necessità direttamente dalle persone con cui entrano quotidianamente a contatto: più che sull’analisi quantitativa dei dati, è su questa analisi qualitativa del bisogno che si costruisce una progettazione efficace”. Il Pnrr è la leva principale per la trasformazione e il potenziamento del sistema di welfare, ma al suo interno sono ancora presenti diverse contraddizioni.

“La missione 5 e la missione 6 non si parlano. È plausibile che il tema della non-autosufficienza non abbia una relazione stretta con quello delle strutture e dei servizi per anziani?”, si è interrogata la presidente Vanni. “Non è sufficiente migliorare l’assistenza territoriale, occorre integrarla con tutti gli altri servizi rivolti agli anziani perché è necessaria la circolarità per rispondere a un bisogno. Sempre nella missione 5, nell’assistenza domiciliare integrata è prevista una forte spinta sul versante sanitario, che è importantissimo, ma manca l’altro pezzo, quello dell’assistenza sociale: per mantenere le persone il più possibile a casa in condizioni di autosufficienza occorre curare l’aspetto sociale e lavorare sulla filiera integrata a livello territoriale”.

Mutualismo e solidarietà possono infine costruire spazi per affermare il protagonismo dei giovani. “Dobbiamo rendere le cooperative dei luoghi sempre più accoglienti, stimolanti, attrattivi”.